I significati simbolici [Alfredo Galletti; Arnaldo Alterocca]

Dati bibliografici

Autori: Alfredo Galletti; Arnaldo Alterocca

Tratto da: La letteratura italiana. Disegno storico-estetico

Editore: Zanichelli, Bologna

Anno: 1933

Pagine: 99-100

Secondo l’uso della Poesia didattico-allegorica d’allora [v. §§ 18, 40 e 41], il viaggio di Dante è tutto una serie di simboli. Oggi, solo gli studiosi particolari s’ indugiano alla ricerca e alla comprensione di essi, e variamente li scorgono e li intendono, con differenze talvolta notevoli da interprete a interprete. Ma un’idea della generale significazione e de’ principali simboli è pur necessaria a chi voglia penetrare lo spirito del poeta.
La Commedia può intendersi co’ quattro sensi che Dante distingue nel Convivio (II, 1): il letterale, l’allegorico, il morale, l’anagogico o sovrasenso.
Letteralmente essa narra un viaggio che Dante — per volere di Dio impetrato da Beatrice coll’assistenza di Maria Vergine e di S. Lucia — può compiere vivo attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. In tal viaggio egli vede tutta la miseria del male e il tormento che lo segue inevitabile: vede la bellezza, la potenza rinnovatrice del bene: contempla, ascolta, soffre, combatte anche, poiché accompagna o contrappone sé e le aspirazioni e le passioni della sua anima a quelle degli spiriti con cui s’incontra. Purificato e fatto degno della beatifica visione di Dio, può salire al suo cospetto e intenderlo e salvarsi.
Allegoricamente è la vicenda della sua anima che, nata a nobili cose ma traviata dalle passioni, si redime coll’aiuto prima della Ragione Umana a della Scienza (Virgilio), poi della Ragion Divina cioè della Teologia (Beatrice: cfr. § 58), per intercessione di Maria e coll’assistenza della Grazia illuminante (S. Lucia).
Moralmente, insegna ai fratelli in Cristo come sia facile entrar nella vita peccaminosa (la selva oscura) senza nemmeno accorgersene, perché le passioni addormentan la coscienza («io non so ben ridir ecc., tant’era pien di sonno» ecc. — Inf., I, 10-12), difficilissimo uscirne verso la vita virtuosa (il colle), per la resistenza delle passioni (impedimento delle tre fiere): anzi impossibile senza l’operosa meditazione sulla sorte riserbata alle anime secondo le loro colpe o i loro meriti («a te convien tenere altro viaggio» — Inf., I, 91) e senza lungo studio delle cose umane e divine (guida di Virgilio e di Beatrice).
Anagogicamente, raffigura le tenebrose condizioni dell'umanità d’allora’ (la selva) e la necessità di uscirne colla divina protezione (le ire donne benedette, Inf., II, 94-126), seguendo con ordinata disciplina l’Impero nelle cose temporali (Virgilio dalla selva al Paradiso terrestre), la Chiesa nelle spirituali (Beatrice dal Paradiso terrestre all’Empireo), concordi pel bene degli uomini (colloquio fra Beatrice e Virgilio per la salvezza di Dante — Inf., II, 52 sgg).

Date: 2022-09-20