Il messo celeste (Inf. IX, 26-29) [Giovanni Franciosi]

Dati bibliografici

Autore: Giovanni Franciosi

Tratto da: L'Alighieri

Numero: II

Anno: 1891

Pagine: 354-355

In quest’uno misterioso, che passa Stige con le piante asciutte, non si nasconde (come qualche Antico volle) uno degli Dei falsi e bugiardi, Mercurio; né un perduto del nobile castello, Enea, che da potrebbe vincer la prova, a cui non bastò la virtù del Savio gentile; né Cristo, la cui vittoria piena ed eterna, sulla terra e negli abissi, non ha bisogno d'esser rinnovellata, e il cui governo, sotto il fantasma del Sole, ha suo luogo nel secondo regno; ma l’Angelo dell’Onnipotenza punitrice, l'Angelo di Geova, in forma tutta umana, come i tre pellegrini onorati da Abramo, il lottatore con Giacobbe e i cavalieri della visione di Zaccaria. Altrove gli Angeli son ministri, od ufficiali di Sapienza ordinatrice; qui appaiono di quando in quando a rammentare il Dio della vendetta, il grande Avversario d’ogni male. E l'immaginazione poetica, se ben si consideri, risponde in ogni sua parte all'idea di una Forza tremenda, che prepara e rinnova il mondo. Annunziato dal fracasso d’un suon pien di spavento e dal tremito delle sponde, precorso da nembi di fumo, ch'egli caccia dinanzi a sè, come fa della polvere un turbine estivo, l'Angelo varca le torbide onde a piede asciutto con tranquilla maestà, mentre la folla dei perduti si dilegua per l’acqua, gettandosi d'ogni lato alla riva. Anco Virgilio, che già vide (non senza terrore) il Possente con segno di vittoria coronato, si fa tremando muto e accenna al discepolo di star cheto e d'inchinarsi. Ma quel terribile signore non si volge a lui, né a Virgilio; va dritto alla porta e l’apre; sicuro di sè, o meglio dell’Onnipotenza, che l’avvalora, fiero cammina e fiero parla; parola breve e battagliera, cui segue un silenzio pieno di minaccia.
A questa idea, ch'io dico, di Onnipotenza vittoriosa, si accorda bene il simbolo della verga; che non è la verga di Mercurio, né quella di Enea, ma la virga ferrea, virga virtutis o virga regni de’ Salmi e delle Epistole di San Paolo; verga trionfale, riferita a Cristo in quanto è col Padre, nell'unità dello Spirito, Potestà educatrice e punitrice delle nazioni. Virga domani (scrive Eucherio), Regni significatio, nel correptio disciplinae. E Cassiodoro: Virga potestas significatur.
Né altrimenti, ma più determinando, Innocenzo III: Virga pertinet ad iustitiam et fortitudinem d. Salvatoris. Il quale concetto ha radice non solo nell’antichità semitica, sì anche nell’antichità greca e romana, usata a porre la verga come segno della potestà e della forza. Cf. Bottari, Pitture e sculture cristiane, ecc.: I, 69, 121: Ciampini, Vetera monimenta, cap. XV. Ma l’Areopagita tocca proprio della verga angelica τό βασιλιϰον ϰαι ηϒεμονιϰόνica (De coel. Hier., XV, 5); e miniature, sculture de’ primi tempi cristiani, mosaici lampeggianti dagli archi, dalla fronte, dall’abside profonda delle Basiliche, ci offrono angeli con la verga, mirabilmente varia di forma e di colore. Cf. Lambecius, Bibl. Vindob., vol. III, Tav IX, XI, XXI, XXX; Garrucci, Storia dell’arte cristiana, I, 294, Tav. CCLI, CCLXVII, n. 2; De Rossi, Mosaici ecc. passim; Martigny, Dict. des antiq. chiet, «anges»; Smith and Chatham, A Dict. of christ. antiq., v. «Angels and Archagels». L'insigne Breviario Grimani, nella Marciana di Venezia, e i disegni di Sandro Botticelli, pubblicati dal Lippmann, attestano della tenacità e universalità tradizionale di questo simbolo, durato nell'arte fino a’ giorni nostri.

Date: 2022-01-10